Il Consiglio dei ministri dell’Energia Ue ieri ha raggiunto l’accordo sul tetto al prezzo del gas russo dopo mesi di negoziati.
Non è stato facile superare le resistenze di alcuni paesi, tra cui Germania e Olanda, ma ieri il Consiglio Ue dei ministri dell’Energia ha raggiunto un accordo sul price cap al gas russo. La premier Giorgia Meloni si è detta felice e soddisfatta di questa intesa, che è una vittoria dell’Italia. Dopo mesi di trattative e negoziati e stop da quando lo scorso marzo l’ex premier Draghi la posò sul tavolo dell’Ue, la misura ha trovato finalmente un compromesso tra i 27 paesi.
Solo l’Ungheria ha votato contro mentre Olanda e Austria si sono astenute e la Germania ha dato infine il suo voto favorevole. Il price cap sarà attivo dal 15 febbraio e si attiverà solo in presenza di due condizioni: quando il prezzo sul mese successivo dei future del Ttf di Amsterdam supera i 180euro/MWh per tre giorni lavorativi e quando il prezzo Ttf mensile è superiore di 35 euro rispetto a un prezzo di riferimento per il Gnl sui mercati globali per gli stessi tre giorni lavorativi che non può essere inferiore ai 145 euro.
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Il tetto avrà un impatto positivo?
Se il prezzo del Gnl scendesse sotto questa soglia, il limite di offerta sarà sempre 145 e 35 euro, ovvero 180. Il tetto inoltre avrà una durata massima di venti giorni per poi annullarsi automaticamente ma può essere anche sospeso se sono a rischio le forniture.
Secondo gli esperti, non sarà facile l’applicazione di questa misura perché i mercati non lo accetteranno. Inoltre, non ci saranno effettivi cambiamenti sul prezzo, le bollette non diminuiranno e sarà soltanto il taglio dei consumi a non far pesare la dipendenza dalla Russia. Nel breve tempo, anzi ci si aspetta un aumento delle bollette. Per molti esperti economisti non sarà il price cap a risolvere l’emergenza, si tratta solo di un piccolo correttivo.
“In Italia, ad esempio, non possiamo discutere per mesi per fare un rigassificatore o per aumentare la produzione nazionale di gas o per aprire qualche centrale a carbone in più. Serve tutto immediatamente. E, forse, serve anche un po’ di recessione» ha detto Tabarelli presidente di Nomisma Energia.